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						Lo Spazio dell’Uomo23 gennaio – 11 maggio 2008
 Collezione Museo de la Solidaridad Salvador Allende | 23 
						gennaio – 30 marzo 2008
 
 Dal 23 gennaio all’11 maggio 2008, la Fondazione Merz 
						presenta la mostra Lo spazio dell’uomo, un’indagine 
						sulla scena artistica contemporanea cilena, attraverso 
						l’incontro tra la storia del passato e la realtà del 
						presente.
 
 L’esposizione è realizzata in accordo e con il sostegno 
						della Regione Piemonte, con il contributo della DIRAC 
						(Ministero de Relaciones Exteriores), il patrocinio 
						dell’IILA (Istituto Italiano Latino Americano) e in 
						collaborazione con la Fundación Allende.
 
 Come punto di partenza, la Fondazione ha scelto di 
						presentare, per la prima volta in Europa, il Museo de la 
						Solidaridad Salvador Allende con una selezione di 29 
						opere della loro collezione d’arte internazionale, per 
						poi offrire uno sguardo sulla produzione artistica 
						attuale, qui rappresentata dai lavori di sei giovani 
						artisti cileni.
 
 Nel 1971, Italia e Cile furono protagonisti di 
						un’importante operazione culturale che portò, un anno 
						più tardi, all’istituzione di un museo internazionale 
						unico nel suo genere.
 Per volontà del suo ideatore, l’allora presidente 
						Salvador Allende – destituito dal golpe del 1973 - , il 
						Museo de la Solidaridad infatti fu il risultato del 
						lavoro di un gruppo di esponenti della cultura 
						internazionale. Tra il 1971 e il 1973 il Museo raccolse 
						le opere donate dagli artisti di tutto i mondo che 
						resero possibile la creazione di una collezione d’arte 
						destinata al pubblico cileno, che continuò ad 
						arricchirsi anche negli anni del Regime, con un intento 
						di solidarietà politica e che finalmente oggi trova una 
						sua collocazione in un nuovo spazio espositivo a essa 
						dedicato.
 
 “… In una nuova concezione dei diritti dell’uomo dove si 
						lavora innanzitutto per l’uomo, […] vogliamo che la 
						cultura non sia patrimonio di un’elite, ma che sia 
						accessibile alla grande massa che finora ne è rimasta 
						esclusa, fondamentalmente, ai lavoratori, quelli della 
						terra, delle fabbriche, delle imprese e del mare” 
						(Salvador Allende).
 
 Parallelamente, la scena artistica cilena è animata da 
						una forte potenzialità creativa, numerosi artisti si 
						muovono nella ricerca visiva e in molti di loro 
						ritroviamo radicata l’indagine sulla memoria, sullo 
						“spazio umano” inteso come identità, non solo 
						politico-sociale. Tra questi sono stati identificati gli 
						autori delle opere presenti nella mostra alla Fondazione 
						Merz.
 
 Pitture di Joan Miro, Roberto Matta e Frank Stella, 
						sculture di Alexander Calder e Jorge Oteiza, disegni, 
						collage, serigrafie di altri artisti di rilievo, 
						dialogano cosi con le installazioni polifoniche di 
						Claudia Aravena, Mónica Bengoa, Guillermo Cifuentes, 
						Andrea Goic, Bernardo Oyarzun e Sebastian Preece, 
						producendo un contrasto visivo che, se da un lato 
						evidenzia l’inarrestabile e universale evoluzione del 
						linguaggio dell’arte, dall’altro apre un dibattito sul 
						ruolo dell’opera all’interno del contesto storico e 
						sociale nel quale viene prodotta e rappresentata.
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