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23/e
Tutti insieme contro la legge
Finanziaria:
artigiani, commercianti e piccole imprese
La CNA è tra le sette Associazioni che hanno manifestato al
Teatro Alfieri
Duemila imprenditori hanno affollato domenica 29 ottobre il
Teatro Alfieri di Torino per dire no alla legge Finanziaria
2007. Artigiani, commercianti, piccoli e medi industriali hanno
risposto in massa all’appello lanciato unitariamente dalle
organizzazioni provinciali di CNA, Casa, Confartigianato,
Confesercenti, Confagricoltura e Ascom contro una legge
Finanziaria che non prevede misure concrete per lo sviluppo ma
solo costi aggiuntivi per le imprese. Sette associazioni
imprenditoriali, per la prima volta unite a Torino, e forse in
assoluto a livello nazionale, hanno manifestato con i propri
associati esibendo striscioni, bandiere e cartelli e ottenendo
da subito un primo importante risultato: l’attenzione dei media,
dalla Rai alle principali agenzie di stampa, dal quotidiano La
Stampa a la Repubblica. Sul palco del teatro, a partire dalle
ore 10 e fino alle 12.30 si sono alternati i presidenti di tutte
e sette le associazioni. Per la CNA Torino ha parlato il
Presidente Federico Casetta. Erano presenti in sala molti
parlamentari dell’opposizione, tra cui Agostino Ghiglia,
Margherita Boniver, Michele Vietti, Enzo Ghigo e Ugo Martinat.
Ha partecipato anche l’assessore torinese al Commercio,
Alessandro Altamura. Per la CNA erano invece presenti tutti i
vertici provinciali e regionali, tra cui il Presidente regionale
Sebastiano Consentino, il Segretario regionale, Michele
Sabatino, e il vice Segretario regionale Santoro Maviglia, il
vice Presidente nazionale vicario Daniele Vaccarino e il
Segretario provinciale Paolo Alberti. Come ha ricordato Casetta
nel suo intervento, "ci sono quattro grandi ragioni per le quali
la CNA dice no a questa legge Finanziaria: perché è una manovra
fortemente punitiva per il ceto medio produttivo; perché è priva
di misure per il rilancio e il sostegno di artigiani,
commercianti e Pmi; perché è mancata una concertazione con le
rappresentanze dell’artigianato, del commercio e della piccola
industria; perché non è previsto nessun intervento serio per
ridurre la spesa pubblica". Ma soprattutto, la CNA è scontenta
del metodo di lavoro seguito ancora una volta da questo Governo
per mettere a punto la Finanziaria. Artigiani, commercianti e
piccole industrie rappresentano infatti la vera ossatura del
sistema economico italiano, ma il Governo li ha esclusi dai
tavoli di lavoro nei quali sono stati definiti i principi
generali che hanno ispirato la Finanziaria per il 2007. Una
Finanziaria che, in sostanza, è completamente sbilanciata verso
lavoro dipendente e grande industria. "Agendo nell’interesse
delle oltre 200 mila imprese della nostra provincia e avendo
sempre presente l’interesse generale del Paese - ha sottolineato
Casetta - CNA chiede a Governo e Parlamento di tornare sui
propri passi e di ridiscutere l’intero impianto della legge". E
ancora: "Questo è il senso della nostra protesta, costruttiva,
finalizzata a dotare le piccole imprese di strumenti concreti
per lo sviluppo, per l’affermazione in Italia di una politica
"industriale" ed economica che tenga conto della reale
composizione del tessuto imprenditoriale italiano, formato al
95% da imprese con meno di 20 dipendenti". Entrando poi nel
merito dei provvedimenti all’esame delle Camere, Casetta ha
affermato che "questa Finanziaria danneggia in modo particolare
le piccole imprese quando impone un’imposta di registro sulle
successioni aziendali; quando intende inasprire gli studi di
settore senza tenere conto delle reali problematiche che gli
imprenditori si trovano a dover affrontare tutti i giorni;
quando decide in modo arbitrario l’aumento dei contributi
previdenziali per apprendisti, lavoratori autonomi e
collaboratori mettendo in difficoltà proprio quelle imprese che
stanno creando e difendendo con i denti i posti di lavoro in
questo Paese; quando pretende di colpevolizzare i piccoli
imprenditori additandoli come evasori fiscali e responsabili di
tutti i mali di questo Paese; quando pretende di appropriarsi
del Tfr dei lavoratori per rimpinguare le casse dell’Inps
creando alle imprese enormi problemi di liquidità ed esponendole
a crisi finanziarie essendo le piccole imprese estremamente
deboli nel contrattare con le banche le proprie linee di
credito. E tutto questo la Finanziaria lo fa senza prevedere
nuovi strumenti di lotta al lavoro nero e all’economia sommersa
che divora il sistema Italia e danneggia le aziende sane.