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ACCADEMIA CORALE STEFANOTEMPIA
Tredici concerti all’insegna della ricerca artistica e storica
e della più raffinata vocalità
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 Torino, 22 giugno 2010 - S.2254
ACCADEMIA CORALE STEFANOTEMPIA
Tredici concerti all’insegna della ricerca artistica e storica
e della più raffinata vocalità


VOCI DI STAGIONE 2010/2011
La Stagione 2010-2011 dell’Accademia Corale Stefano Tempia si pone in naturale continuazione del percorso intrapreso lo scorso anno, dopo il radicale rinnovamento artistico e gestionale di inizio 2009. I consensi di critica e di pubblico hanno confermato la bontà del progetto e ci hanno convinto a proseguire in una strategia di crescita attraverso il potenziamento dell’Orchestra, il reclutamento di nuove voci nel Coro, e l’esplorazione di repertori inediti. Bisogna ricordare che la Stefano Tempia, diversamente da altre associazioni, ha compiti statutari impegnativi. Come le grandi formazioni sinfoniche, che dispongono di risorse ingenti, non si limita a distribuire concerti, ma produce quasi interamente le serate con propri cantanti, musicisti e artisti. In secondo luogo gestisce affrontando costi rilevanti una propria scuola di canto corale. Per fortuna, i tagli alla cultura al momento non hanno inciso più di tanto sul nostro bilancio, che, dopo molti anni di passività, è ritornato ad un piccolo ma importante attivo. Una gestione oculata delle risorse unita a qualche sopportabile sacrificio nella gestione ci consente dunque di proporre una stagione che non teme confronti sul piano della qualità, con alcuni tocchi originali di cui andiamo orgogliosi e che rendono probabilmente il nostro cartellone un “unicum” nel pur ricco panorama delle stagioni torinesi. Crediamo che ogni soggetto di questo panorama debba costruire e difendere una propria precisa identità culturale. In una fase storica di pesanti restrizioni, il rischio dei “doppioni”, anche nella programmazione musicale, deve essere assolutamente evitato.
I tredici appuntamenti della stagione, tra il 23 novembre 2010 e il 6 giugno 2011, perseguono tre obiettivi fondamentali: il potenziamento dell’attività corale e vocale, storicamente parte fondante dell’identità della Tempia, per cui quest’anno i concerti eseguiti dal nostro coro salgono da cinque a sei; l’ulteriore apertura ad altri linguaggi artistici, come il teatro e le arti figurative; la compresenza nel cartellone di artisti di fama consolidata e insieme di giovani musicisti scelti fra i tanti diplomati ogni anno dai Conservatori, in particolare piemontesi. Riproponiamo perciò con piacere la rassegna Giovani Talenti, che nella scorsa stagione ha dato ottimi risultati.
Il concerto inaugurale propone un inconsueto accostamento fra due opere vocali di Felix Mendelssohn-Bartholdy: il melologo Oedipus in Kolonos op. 93, su testo di Sofocle, di rara esecuzione, per doppio coro maschile, basso solista, attori ed orchestra; e la cantata La prima notte di Walpurga, dall'omonima ballata di Goethe. Coro e Orchestra della Stefano Tempia, coadiuvati dal Coro San Gregorio Magno di Trecate e dal Coro Polifonico di Lanzo, sotto la direzione di Guido Maria Guida. La regia dell’Oedipus, che coniuga appunto musica e teatro, è firmata da Massimo Pezzutti, già apprezzato nella serata di video-musica al Conservatorio nell’aprile scorso.
All’insegna della più raffinata tradizione vocale italiana i due concerti successivi. L’11 dicembre una preziosa serata di madrigali a cinque voci di Monteverdi, il “Divino Claudio”, eseguiti dai Solisti del Madrigale diretti da Giovanni Acciai, considerato uno dei massimi esperti della vocalità rinascimentale e barocca. Di non minore interesse il concerto natalizio del 20 dicembre, che sotto il titolo “Vespro per il SS. Natale” proporrà un florilegio di brani sacri di due grandi compositori veneziani del Cinquecento, Andrea e Giovanni Gabrieli, zio e nipote, entrambi musicisti nella Basilica di San Marco. Coro della Stefano Tempia, con cinque voci soliste, strumenti ad arco d’epoca e il gruppo di tromboni barocchi “Sacqueboutes”. Sul podio Dario Tabbia, uno dei migliori maestri di coro sulla piazza, specialista di musica vocale antica.
Il secondo concerto del 2011, il 31 gennaio, è tutto strumentale, con Dario Destefano, violoncello di spalla della Stefano Tempia e Maurizio Barboro al pianoforte, reduci da un'applaudita tournée in USA. In programma, oltre a musiche di Schubert e Franck, il Phantasiestücke op. 73, brano poco eseguito di Robert Schumann, nel bicentenario dalla nascita. Ancora al repertorio pianistico romantico e tardo romantico è dedicato il programma del 14 febbraio 2011. Il pianista torinese Umberto Santoro, si cimenterà tra l’altro nella grandiosa e drammatica Sonata 111 di Beethoven. In programma anche musiche di Debussy e Chopin.
Il concerto del 28 febbraio vedrà sul podio della nostra orchestra il livornese Federico Maria Sardelli, direttore e musicologo di fama internazionale, uno dei massimi esperti di Antonio Vivaldi, succeduto allo studioso danese Peter Ryom nella cura del catalogo generale RV (Ryom Verzeichnis) dell’opera vivaldiana. Il programma è infatti dedicato al Prete Rosso e attinge al patrimonio dei suoi manoscritti autografi, di gran lunga il più importante del mondo, conservato alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Un patrimonio e una risorsa che fanno di Torino uno dei più importanti centri mondiali di studi vivaldiani e che purtroppo non sono affatto valorizzati come meriterebbero.
Di particolare interesse la serata del 21 marzo 2011 dedicato al 150����������������� Anniversario dell'Unità d’Italia. In programma inni e canti risorgimentali ritrovati nel Fondo Savoia della Biblioteca del Conservatorio di Torino. Il titolo “La Bela Gigogin”, tratto da una delle più popolari canzoni dell’epoca, riassume una ricerca storica che ha impegnato personalmente il nostro Direttore artistico Guido Maria Guida con la collaborazione di Andrea Lanza, Direttore della Biblioteca, e della professoressa Linda Silvia Govi. I brani selezionati risalgono al periodo tra il 1828 e il 1867, e comprendono autentiche chicche, non inedite ma certo poco conosciute. Inni dedicati a Carlo Alberto, a Vittorio Emanuele II e a Papa Pio IX; brani popolari di piglio eroico, come l’inno commissionato da Garibaldi, o il verdiano Suona la tromba (su testo di Goffredo Mameli) di raro ascolto, e altri brani a sfondo libertario. Tra autori celebrati come Mercadante e Donizetti, compare anche il novarese Carlo Coccia.
Il finale della serata propone uno straordinario accostamento fra ben tre inni nazionali italiani, di cui due dimenticati. Quello del vogherese Antonio Cagnoni, eseguito per la prima volta a Genova nel 1847 e quello musicato da Gioacchino Rossini del 1848 intitolato Italiani! E’ finito il servaggio ! . A chiudere, naturalmente l’attuale Fratelli d’Italia di Mameli-Novaro, il cui titolo originale è Il Canto degli Italiani. Le vecchie partiture, edite negli anni Venti, sono accompagnate da affascinanti note esplicative, che verranno lette-recitate dall’attore Mario Brusa. Coro della Stefano Tempia, diretto da Michele Frezza e coadiuvato dalla Corale Polifonica di Sommariva Bosco, diretta da Adriano Popolani; soprano Francesca Rotondo.
I concerti di primavera proseguono con prestigiosi titoli del repertorio sacro antico. Il 2 aprile la sala del Conservatorio ospiterà il Coro Eufoné, diretto da Alessandro Ruo Rui, accompagnato dal suo gruppo strumentale barocco che eseguirà alcune splendide cantate del poco eseguito Dietrich Buxtehude, predecessore e maestro di Bach (che ventenne fece 400 chilometri a piedi da Arnstad a Lubecca per ascoltarlo), in una sorta di omaggio spirituale al periodo quaresimale.
Il concerto di Pasqua (18 aprile) segna una svolta importante nel mondo musicale torinese all’insegna delle sinergie artistiche, realizzando una collaborazione inedita fra diverse associazioni. Per la prima volta insieme il Coro dell'Accademia Stefano Tempia, l’Orchestra Filarmonica di Torino e i solisti dell'Accademia della voce eseguiranno il celebre Requiem KV 626 di Mozart, ultima composizione del salisburghese. Trattandosi, com’è noto, di un lavoro incompiuto, verrà proposto nella più recente versione critica, quella del musicologo Robert Levin, considerata la più aderente al testo originale. Dirigerà il trentenne Francesco Cilluffo, torinese formatosi a Londra, compositore di un’opera inedita commissionata da un teatro di New York e già apprezzato dal nostro pubblico nelle precedenti stagioni. Il concerto verrà eseguito il 18 aprile per la stagione della Tempia, e replicato il 19 per quella dell’Orchestra Filarmonica.
A proposito di giovani musicisti, la citata rassegna “Giovani Talenti” propone Andrea Boccaletti, brillante promessa del pianismo torinese, con un programma di musiche romantiche (15 gennaio), e il duo Stefania Saglietti (arpa) e Cecilia Ziano (violino), anche loro torinesi, che eseguono musiche rare per arpa di epoca tardo-romantica (16 maggio 2011). Il concerto vede esordire la Tempia in una nuova sede, il Teatro Vittoria, da poco ristrutturato, che dovrebbe diventare luogo d’elezione per i giovani interpreti torinesi.
Il 9 maggio la sala del Conservatorio ospiterà uno dei suoi ex-allievi più celebri, Gianluca Cascioli, già considerato uno dei dieci migliori pianisti al mondo. Il giovane maestro torinese comparirà anche in veste di compositore. Il programma spazia dal repertorio romantico di Schumann e Beethoven, a quello contemporaneo di Alberto Colla (uno dei compositori scelti per l'inaugurazione del nuovo Auditorium di Roma) a una Sonata appunto dello stesso Cascioli.
L’ultimo concerto della stagione, il 6 giugno, concluderà ancora nel segno della spiritualità in musica. Il Coro dell' Accademia Stefano Tempia, diretto da Michele Frezza, coadiuvato dal Coro Eufoné diretto da Alessandro Ruo Rui, e accompagnato all'organo dal giovane Corrado Cavalli eseguirà alcuni Mottetti di Liszt e la Messa in re maggiore per coro ed organo di Dvořák. Ma anche qui c’è una novità importante, la riscoperta del patrimonio storico conservato nell’Archivio della nostra Accademia, attualmente in fase di riordino in collaborazione con l’Istituto per i Beni musicali in Piemonte. Verranno eseguiti dopo molti anni di oblio due brani corali del nostro fondatore, il violinista e compositore di Racconigi Stefano Tempia: la Ave Virgo Singularis per coro ed organo e Il Paese natio Cantata per soprani, contralti e pianoforte.
Sedi dei concerti saranno, come d'abitudine, il Conservatorio “G. Verdi” di Torino ed il Tempio Valdese, cui si aggiunge per la prima volta come segnalato il Teatro Vittoria, favorito anche da una posizione molto centrale in città. Importante il contributo offerto al rinnovamento artistico della Tempia da musicisti di provato valore come il violinista Massimo Marin (solista e spalla con le orchestre del Teatro Alla Scala, di Santa Cecilia, del San Carlo di Napoli), Kristina Porebska (prima viola del Teatro Regio di Torino), Dario Destefano (violoncellista di fama internazionale), Corrado Saglietti, Elvio Di Martino (prime parti nell'Orchestra RAI). Accanto a loro, s’è detto in una virtuosa staffetta di valori artistici, giovani diplomati al Conservatorio di Torino. La politica dell'Accademia è di inserire gradualmente i migliori fra questi giovani orchestrali come solisti nell'ambito delle prossime stagioni.
__________________________

Stefano Tempia
Stefano Tempia (Racconigi, 1832 Torino, 1878) è stato un compositore e musicista italiano.
Studio musica sotto la guida di L.F.Rossi, e all'età di vent'anni ricevette l'incarico di maestro di cappella a Trino Vercellese, ma pochi anni dopo rientrò a Torino con il ruolo di violino solista e per assumere la direzione del Teatro Carignano.All'età di trent'anni divenne maestro della cappella reale, e nel 1868 iniziò la carriera di insegnante di violino al Liceo Musicale e di canto corale in varie scuole di Torino.
Nel
1875 fondò l'Accademia Corale Stefano Tempia.
Tra le sue composizioni principali, si annoverano una Messa solenne in occasione della morte di
Carlo Alberto, nel 1864, oltre ad altri pezzi di musica religiosa; musiche per orchestra come La carovana; operette, tra le quali Amore e Capriccio del 1869; musiche per violino e pianoforte e per canto e pianoforte.
Si è distinto anche come critico musicale, pubblicando articoli su giornali e riviste.
Tra le pubblicazioni, si ricordano Studi sulla musicografia del
1873.
                                            
Alessandro Soncin