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 3Rd Bio-Ethanol Conference al Lingotto di Torino 
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Torino, 2 marzo 2010
3Rd Bio-Ethanol Conference al Lingotto di Torino
Il Gruppo M&G Mossi e Ghisolfi sta diventando leader in Europa nel settore dei biocarburanti di seconda generazione grazie alla tecnologia innovativa sviluppata dalla controllata Chementex Italia e conferma la costruzione nel 2010 a Crescentino dell’impianto industriale da 45.000 tonnellate/anno di etanolo di seconda generazione, il più grande al mondo.Il Gruppo lo ha annunciato il 2 marzo 2010 in occasione del Convegno internazionale Etanolo di seconda generazione.Il convegno organizzato in colaborazione con la Gbep,Global Bionergy Partership,Finpiemonte e il Sole 24 ore.
Durante i lavori, il Gruppo M&G ha illustrato la propria strategia verso una chimica verde basata sull’utilizzo di materie prime di origine non fossile.
Al convegno hanno preso parte Mercedes Bresso,presidente della regione piemonte,Vittorio Ghisolfi,Presidente Gruppo M&G,Guido Ghisolfi Vice Presidente Gruppo M&G,Poul Ruben Andersen e Dario Giordano e Paolo Franki.
Il rispetto degli obiettivi fissati dall’Unione Europea,ha detto Guido Ghisolfi implicano per la sola Italia la necessità di utilizzare entro il 2020 circa un milione di tonnellate di bioetanolo.
La Conferenza di Copenhagen ha evidenziato come sia necesario mirare su uno sviluppo tecnologico che ci permetta di costruire una nuova economia globale decarbonizzata.Numerose analisi fanno notare che i biocombustibili potranno svolgere un ruolo di grande importanza a patto di individuare le migliori opzioni tecnologiche che permettano di soddisfare la domanda crescente,ridurre le emissioni di gas ad effetto serra,senza causare effetti collaterali negativi in termini alimentari ed ambientali,ha affermato Paolo Franki, Capo della Divisione Rinnovabili.L’etanolo di seconda generazione offre molti vantaggi,può conservare la compettività in termini di costo rispetto ai carburanti fossili,garantire la sicurezza alimentare ed ambientale, e promuovere lo sviluppo sociale ed economico di molti paesi emergenti e in via di sviluppo, sia in termini di fabbisogno energetico che per una progressiva modernizzazione del settore agricolo.
La terza conferenza sul bioetanolo si è conclusa con l’intervento di Dario Giordano, che ha indicato la strategia di business dal progetto Pro.E.Sa agli investimenti per la realizzazione degli impianti.
L’impianto di bioetanolo di seconda generazione permetterà un risparmio annuo di 51.000 tonn/CO2 pari al’impiego di 6.800 autoveicoli,ha detto Dario Giordano.
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Produzione del bio etanolo
Il bioetanolo è un etanolo prodotto mediante un processo di fermentazione delle biomasse, ovvero di prodotti agricoli ricchi di zucchero (glucidi) quali i cereali, le colture zuccherine, gli amidacei e le vinacce.
In campo energetico il bioetanolo può essere utilizzato come componente per benzine o per la preparazione dell'ETBE (etere etilbutilico), un derivato ad alto numero di ottano. Può essere utilizzato nelle benzine in percentuali fino al 20% senza modificare il motore, o anche puro nel Motore Flex.
Inoltre è possibile utilizzare il bioetanolo come combustibile all'interno di biocamini, sfruttandone il potere calorico per scaldare gli ambienti. La sperimentazione su questo tema, fatta da "4planet" (che detiene il brevetto Europeo), ha portato allo sviluppo di un camino a bio alcool da 13.000 BTU, ovvero + 16�� ogni ora in 70 m2.
Il processo di produzione del bioetanolo genera, a seconda della materia prima agricola utilizzata, diversi sottoprodotti con valenza economica, destinabili a seconda dei casi alla mangimistica, alla cogenerazione, ecc.
Bioetanolo da canna da zucchero
Nel 2006 la produzione di etanolo da canna da zucchero in Brasile è quasi di 6 mila litri per ettaro coltivato, nel 1975 era di 2 mila litri. La produzione di etanolo del Brasile copre circa il 20% dei consumi di carburante dei trasporti interni
Tipicamente l'EROEI del bioetanolo da cereali è intorno al valore 1, l'EROEI ottenuto in Brasile con la canna da zucchero è probabilmente superiore e fonti brasiliane dichiarano un valore pari a 7-8 pur senza portare dimostrazioni rigorose. Questo vuol dire che il Brasile per produrre 6 mila litri di bioetanolo ne consuma 750-860 litri per il ciclo produttivo secondo le ottimistiche fonti brasiliane (non vengono conteggiate le spese amministrative)
Bioetanolo dal tronco della pianta
Un altro metodo che permette di produrre bioetanolo è quello di ottenere in primis il glucosio per poi produrre etanolo tramite via fermentativa. Il tronco della pianta, generalmente abete rosso, deve essere opportunamente pretrattato al fine di ottenere del legno tagliuzzato, il quale poi viene sottosposto a cottura e quindi avviene l'estrazione del glucosio. una volta estratto l'esoso si sottopone il substrato ad una fermentazione ad opera di saccharomyces cerevisiae oppure di candida microrganismi i quali operano in condizioni di anaerobiosi e che danno come ultimo prodotto della loro via glicolitica il piruvato il quale viene inizialmente decarbossilato ad acetaldeide ed in seguito una idrogenazione ottenendo così, appunto, Etanolo. L'etanolo prodotto, però, ha una concentrazione massima del 25-30%[senza fonte] in quanto i lieviti hanno una bassa capacità di sopportare alte concentrazioni di alcool. Per questo motivo viene sottoposto ad una distillazione azeotropica al fine di ottenere un etanolo al 94-95%.
Bioetanolo da cellulosa
Vengono idrolizzate grandi quantità di cellulosa che tramite l'uso di funghi o batteri trasformano la cellulosa in glucosio e altri zuccheri, poi avviene la fermentazione mediante lieviti o altri microbi. Ricerche innovative mirano a modificare geneticamente sia i batteri che i lieviti come Saccharomyces cerevisiae modificato in modo da produrre il doppio di etanolo. Altro filone di ricerca è quello di combinare le caratteristiche di scindere la cellulosa in glucosio con quella di trasformare gli zuccheri in etanolo mediante un unico organismo
Il bioetanolo da cellulosa è molto più costoso di quello ottenuto dalla canna da zucchero e solo importanti progressi scientifici possono renderlo conveniente. Si noti che il costo non è dovuto alla materia prima (cellulosa) ma alla sua trasformazione in bioetanolo. I processi industriali attuali fanno costare il bioetanolo da cellulosa tre volte quello ottenuto da canna da zucchero
                              Alessandro Soncin
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