Intervento dell’ing.
Andrea Romiti, Presidente del Gruppo Giovani
Imprenditori dell’Unione Industriale di Torino, al
dibattito tra l’on. Piero Fassino ed il sen. Enzo Ghigo
“Ancora al voto. Confronto sui programmi”
Giovedì 10 aprile 2008, ore 21
Centro Congressi Unione Industriale Torino
Sala Agnelli
Autorità, Signore e Signori, Cari Amici,
buonasera e benvenuti a questo appuntamento che
rappresenta ormai un punto fermo del Gruppo Giovani
Imprenditori dell’Unione Industriale di Torino in
occasione delle tornate elettorali.
Come giovani e come imprenditori, da sempre siamo
orientati verso un sistema elettorale bipolare.
Pertanto, in questa sede, pur rispettando le altre forze
politiche che si presentano per il rinnovo del
Parlamento, abbiano deciso di invitare i capilista –
alla Camera ed al Senato – dei due maggiori partiti
presenti: l’on. Piero Fassino del “Partito Democratico”
ed il sen. Enzo Ghigo de “Il Popolo della Libertà”. A
loro ed al moderatore Augusto Grandi, giornalista de “Il
Sole 24 ore”, il più vivo ringraziamento per aver
accettato il nostro invito.
Come vedete, per essere sempre originali ed innovativi,
abbiamo realizzato una scenografia all’americana, per un
confronto aperto sui rispettivi programmi, anche
attraverso le domande del pubblico tramite i moduli
distribuiti dalle hostess.
In questa vigilia elettorale i dati economici ci
riportano, purtroppo, indietro nel tempo, poiché
l’inflazione è tornata a correre. Così come 12 anni fa,
abbiamo un aumento generalizzato nei livelli dei prezzi
superiore al 3% annuo; e sono forti negli elettori le
preoccupazioni per la salita dei tassi di interesse, che
fanno aumentare le rate dei mutui, e per il ridotto
potere di acquisto dei salari (abbiamo stipendi greci e
prezzi tedeschi!)
Altrettanto diffusa la percezione che il reddito da
lavoro dipendente non sia più sufficiente a garantire
una vita economicamente serena.
Da più parti si ascoltano appelli al non voto, a lasciar
deserti i seggi.
A questi fattori si aggiunge una campagna elettorale
all’insegna della rassegnazione di fronte alle
difficoltà del Paese, anche a causa del rischio di una
sostanziale ripetitività delle precedenti elezioni;
votiamo con la stessa legge che, eliminando il voto di
preferenza, priva, di fatto, l’elettore del proprio
diritto di scelta; e rende incerta la governabilità.
Analizzando a fondo i programmi dei due maggiori
schieramenti si riscontrano non poche affinità; entrambi
danno una corretta lettura di molti dei problemi del
Paese, ipotizzandone anche soluzioni possibili.
Tuttavia, con tutto il rispetto, non vorremmo che
fossero le solite promesse fatte in campagna elettorale!
Vorremmo che, in ogni caso, ci fosse vera condivisione
su alcuni temi.
Come imprenditori, sosteniamo che la chiave di volta è
la produttività. Il divario tra i salari italiani e
quelli europei è dovuto soprattutto ad una minore
produttività. Se questa tornerà ad aumentare, si
potranno avere salari più alti ed inflazione più bassa.
Finora si è parlato solo di ridurre le imposte sul
lavoro. Però occorre osservare che mentre da noi negli
ultimi sei anni la produttività è diminuita, Francia e
Germania, che hanno un prelievo sul lavoro superiore al
nostro, hanno visto aumentare la produttività
rispettivamente dell’8 e del 5%.
Sono necessarie nuove regole di contrattazione che
leghino l’andamento dei salari a quello della
produttività, portando così a miglioramenti di
efficienza e riducendo la disoccupazione.
Questo è possibile grazie anche ad un sindacato molto
più partecipativo e responsabilizzato.
Chi oggi propone di tornare alla scala mobile dovrebbe
ricordare che cosa ha significato tale strumento in
Italia: tassi di inflazione a due cifre, povertà in
aumento tra le persone senza lavoro, fuga dal lavoro ad
alta produttività. La reintroduzione della scala mobile
rappresenterebbe un’ulteriore limitazione dell’autonomia
negoziale e provocherebbe un forte irrigidimento delle
dinamiche retributive.
Chi vincerà le prossime elezioni dovrà tener conto della
delusione generale verso la politica, dell’insofferenza
e della sfiducia della classe imprenditoriale.
Confindustria ha presentato un decalogo, che noi
ampiamente condividiamo, per far ripartire l’Italia. In
particolare, noi Giovani Imprenditori dell’Unione
Industriale di Torino crediamo che il primo atto del
nuovo Governo debba essere la nuova legge elettorale,
che elimini la frammentazione politica e favorisca una
maggioranza con affinità ideologiche e programmatiche in
grado di dare stabilità al Paese; che permetta di
scegliere chi mandare in Parlamento e riduca il numero
di deputati e senatori. Non solo, ma vorremmo che
venissero ridotti - oltre ai costi ed alle lungaggini
burocratiche – anche i tempi per l’emanazione delle
leggi, evitando il passaggio da una Camera all’altra -
con frequenti ritorni - per la relativa approvazione.
Altro nodo prioritario, soprattutto per il nostro
territorio, è rappresentato dalla realizzazione
dell’Alta Velocità: la Torino-Lione ed il cosiddetto
“Corridoio 5” sono opere prioritarie nell’ottica di un
progetto complessivo di sviluppo. Lo scenario economico
generale di competizione e coesione del territorio
europeo, i nuovi modelli di sviluppo industriale non
possono fare a meno della TAV. In sua assenza, la
situazione della nostra area risulterebbe ulteriormente
indebolita, perdendo terreno proprio su uno dei fattori
fondamentali per la competitività delle imprese.
Produttività significa efficienza, ma anche innovazione.
Le strategie per favorire processi di sviluppo
produttivo riguardano sia l’aspetto tecnologico, per
orientare le imprese verso direzioni e soluzioni capaci
di garantire piena competitività, sia l’aspetto
organizzativo e gestionale. Chiediamo pertanto che il
nuovo Governo promuova azioni di sostegno efficace alle
imprese attraverso strutture in grado di favorire la
collaborazione tra le piccole e medie aziende ed i
centri di eccellenza presenti sul nostro territorio,
mettendole in grado di partecipare attivamente ai
progetti di ricerca.
Su questo piano, sarà, inoltre, necessario sviluppare la
capacità non solo di attrarre da altri Paesi i talenti
di alto livello universitario, ma anche di trattenerli
con gli strumenti offerti da un fervido sistema
scientifico-culturale e da una buona capacità ricettiva.
Anche così si potrà contribuire ad un effettivo
rafforzamento del capitale umano che si rivela sempre
più risorsa fondamentale per lo sviluppo economico.
Infine, già da tempo, noi Giovani Imprenditori, abbiamo
posto l’accento sul tema dell’energia, in particolare
sul nucleare. Il problema si trascina ormai dal lontano
1987, quando il referendum successivo al disastro di
Chernobyl segnò la fine in Italia di questo settore.
In questi ultimi vent’anni, il mondo è cambiato; il
progresso tecnologico ha consentito un ulteriore
miglioramento della sicurezza. La crescente
preoccupazione per il mutamento climatico ha acceso
l’attenzione per le fonti alternative, tra cui il
nucleare è quella più economica e funzionale. A nostro
modo di vedere, per creare le condizioni favorevoli ad
un effettivo rilancio del nucleare occorre prendere atto
di due realtà. In primo luogo, non esiste più il
monopolio dell’Enel; oggi, tutto il settore elettrico è
stato sostanzialmente liberalizzato. In secondo luogo le
norme che governano il nucleare in Italia, pur con
alcune modifiche, sono, di fatto, le stesse di vent’anni
fa.
Pertanto, un Governo che voglia affrontare la sfida
nucleare, dovrebbe partire da una riforma globale delle
norme e degli assetti regolatori, introducendo chiarezza
e semplicità in un quadro legislativo di lungo periodo.
Infatti, gli investimenti su questa fonte sono elevati e
si ripagano in qualche decennio; per questo sarà
necessario un deciso impegno dello Stato, possibilmente
condiviso da un’ampia parte del quadro politico, ben
oltre i confini della maggioranza che uscirà dalle
elezioni.
In conclusione, ai nostri Ospiti chiediamo che il nuovo
Governo restituisca speranze ad un Paese sfiduciato,
attraverso la ripresa di quei valori etici e di quegli
ideali a cui noi giovani siamo naturalmente portati e
che permettono alle nuove generazioni di manifestare e
di realizzare le proprie capacità.
Cedo la parola al moderatore della serata.
Grazie!
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