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"Ecologisti – Uniti a Sinistra – SE"
presentazione nuovo gruppo consiliare

E’ stato presentato stamattina, in conferenza stampa, il nuovo gruppo consiliare "ecologisti Uniti a Sinistra – Sinistra Europea" .Il consigliere Enrico Moriconi ha lasciato il Gruppo Verdi per La Pace e ha presentato la nuova formazione e il suo simbolo."Le ragioni che mi hanno spinto a fare questo passo – ha dichiarato il consigliere – sono molteplici. Da un lato l’incapacità da parte dei Verdi di interrogarsi sulle scelte politiche da intraprendere a fronte dei cambiamenti sociali e ambientali degli ultimi tempi che impongono un modo diverso di affrontare i nodi del lavoro, della giustizia sociale e della crisi ecologica a livello globale, dall’altro la gestione sempre più personalistica di un partito nel quale il dibattito e la democrazia interna sono scomparsi" "Ecologisti Uniti a Sinistra – Sinistra Europea, è un progetto che si propone di costruire soggetto politico capace di coniugare alcuni elementi fondamentali, quali ambiente, pace e diritti, sociale e lavoro, in modo organico e coerente, dialogando con il mondo delle associazioni e dei movimenti al fine di rendere più forti le richieste che partono dal territorio, fornendo loro espressione anche all’interno delle istituzioni, nella convinzione che tale percorso possa dare forza e slancio ideale al progetto stesso."Nei prossimi giorni verrà formalizzato il gruppo e avviata la procedura per il riconoscimento della formazione all’interno del Consiglio Regionale.
Le ragioni di una scelta L’ambientalismo era nato come proposta di interpretazione e cambiamento del mondo e dell’economia. Oggi l’ambientalismo deve prendere atto della necessità di una accelerazione delle dinamiche e focalizzare gli obiettivi alla luce di quello che sta avvenendo. Il neo liberismo e la globalizzazione sono la controparte della visione ecologista e l’idea della possibilità di una posizione trasversale dell’ambientalismo non ha più ragion d’essere. L’ambientalismo deve fare una scelta di campo e deve scegliere una strada critica che non può che collocarsi a sinistra. Il partito dei Verdi ha imboccato una strada "radicale" della politica. La gestione del partito è sempre più di stampo personale e si limita alla gestione dell’ordinario senza riuscire a interrogarsi sulle scelte politiche da intraprendere. Non discutere di che cosa ha significato la crisi del Governo Prodi a livello politico é un chiaro segno della poca capacità e volontà di partecipare agli scenari politici nazionali. Pensare di fare un orto verde a fianco al partito democratico è, nella migliore delle ipotesi, un’illusione che non può funzionare. Il partito non ha ancora saputo affrontare la discussione sul nodo del neoliberismo e su cosa significhi un’economia a crescita zero. Il neoliberismo preme sui sistemi produttivi nella ricerca della crescita del PIL, destrutturando e precarizzando il mondo del lavoro salariato così come depreda l’ambiente di risorse prime e lo inquina per non affrontare i costi del disinquinamento.Un’economia che si contrapponga a questi indirizzi deve però inevitabilmente porsi il problema della redistribuzione del reddito, perché solo spostando l’equilibrio dal guadagno di rendita imprenditoriale verso il salario retribuito si potrà affrontare il problema della ristrutturazione ecologica dell’economia. Se il problema è lo sviluppismo la risposta non può che essere l'economia sostenibile o a crescita zero o della decrescita.La decrescita non sarà un obiettivo perseguibile finché la maggioranza della popolazione sarà costretta a convivere con salari troppo bassi e orari di lavoro troppo lunghi. Se per realizzare un’economia a crescita zero uno dei primi passi è l’internalizzazione dei costi, cioè portare dentro al costo del prodotto il vero valore del lavoro e del degrado ambientale, la conseguenza inevitabile è la redistribuzione del reddito. Se il problema ambientale é grave, come noi ecologisti sosteniamo, la soluzione non può essere semplice, sarà invece complessa e articolata e coinvolgerà molteplici aspetti della produzione e dell’organizzazione della società. E certamente non potrà che coinvolgere tutti i popoli della terra. Diversamente la nostra battaglia si trasformerà semplicemente nella ri-localizzazione delle produzioni in aree con tutele minori o nulle. Le risposte ecologiche dei popoli ricchi della terra, tra i quali si nascondono comunque ampie fasce di bisogno quando non di vera povertà, non possono rappresentare una soluzione se non si affronta la questione della giustizia salariale, nel primo come nel terzo mondo. Sarà necessaria la costruzione di alleanze inedite e transnazionali. Costruire un’ecologia di sinistra vuol dire andare oltre la politica dei "tetti fotovoltaici". La Germania ha moltissimi tetti fotovoltaici più dell’Italia, non per questo ha però costruito un’economia sostenibile e neppure una giustizia salariale e nemmeno ha realizzato un’economia della decrescita. Puntare solo sulla soluzione più vicina significa fare comunque un passo non negativo ma che si limita a quella che si può definire ecologia "cosmetica" che non si pone il problema complesso del rapporto tra economia ed ecologia; cambiare solo il tipo di prodotto senza cambiare il modo di produrlo porta solo a cambiare la qualità e la velocità dell’inquinamento. Miliardi di auto ad idrogeno sarebbero comunque incompatibili con il sistema terrestre e ciò vale per qualsiasi altro prodotto. Per dare la possibilità alle persone di scoprire sistemi di vita diversi, la cosiddetta decrescita felice, occorre dare la possibilità economica di poter usufruire della propria vita in modo diverso aumentando i salari e diminuendo i tempi del lavoro. Altrimenti la "decrescita felice" sarà soltanto un esercizio accademico, un momento ludico per intellettuali illuminati. Pensare a nuovi soggetti politici vuol dire recepire quanto di nuovo si muove nella società e qui si deve ricordare l'esempio della Val Susa dove tra gli altri elementi è significativo il rapporto unico e proficuo che si è costruito tra rappresentanze istituzionali, cittadini e movimenti.Lotta popolare che a livello personale continuerò a seguire come ho fatto fino ad oggi.E in una visione globale devono entrare i principi della tutela dei diritti degli altri animali, non come aggiunta posticcia ad un progetto politico diverso, ma come parte integrante di un disegno di difesa dei diritti dei più deboli, perché questo allargamento del concetto dei diritti è un principio di giustizia che aiuta a consolidare il principio più ampio della tutela dei diritti per tutti i viventi. E’ necessario comprendere che la critica alla globalizzazione e al neoliberismo è connaturata a questo principio dal momento che gli altri animali, sono attori/vittime inconsapevoli della globalizzazione, mercificati come tutte le altre merci, oggetto di scambio a livello mondiale, sfruttati e avviliti nella loro dignità al pari dei lavoratori e di tutti i soggetti deboli della società.Il Progetto di Uniti a Sinistra si propone quindi di costruire un soggetto politico che coniughi alcuni elementi fondamentali – ambiente, pace e diritti, sociale, lavoro – realizzando un programma capace di tenerli insieme in modo coerente, organico e sinergico, come parti del tutto che si interfacciano tra di loro ricevendo pari dignità e impegno. Un programma che pertanto vuole recepire le sollecitazioni della società odierna nella quale i problemi ambientali, ad esempio, sono direttamente collegati al modello di vita inteso globalmente da parte del sistema industriale e finanziario. Il progetto si propone di dialogare intensamente con il mondo delle associazioni e dei movimenti al fine di rendere più forti le richieste del territorio fornendo loro espressione anche all’interno delle istituzioni, nella convinzione che tale percorso possa dare forza e slancio ideale al progetto stesso.Nella fase politica attuale stanno maturando delle trasformazioni che potranno dare origine a ricomposizioni e nuove aggregazioni; Uniti a Sinistra si propone di essere parte attiva in questo percorso e di diventare la "casa" di uomini e donne che si riconoscono in un progetto di ri-aggregazione a sinistra.Per queste ragioni insieme a un gruppo di persone abbiamo intrapreso un percorso per portare nella politica un progetto che vuole affrontare le questioni dell’ecologia e della decrescita coniugandole con una forte visione sociale all’interno del progetto politico della sinistra europea.Il progetto è aperto a tutti coloro che nelle istituzioni e nel territorio vogliono dare un contributo.

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