Antonio
Chiarenza
Fotografo
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culturali e sportive
STUDIO PUBBLICITARIO CHIARENZA • REALIZZAZIONE di
MATERIALE INFORMATIVO
E PUBBLICITARIO
Direttore Responsabile:
Antonio Chiarenza
fotografo e giornalista
"Ecologisti – Uniti a Sinistra – SE"
presentazione nuovo gruppo consiliare
E’ stato presentato stamattina, in conferenza
stampa, il nuovo gruppo consiliare "ecologisti Uniti a
Sinistra – Sinistra Europea" .Il consigliere Enrico
Moriconi ha lasciato il Gruppo Verdi per La Pace e ha
presentato la nuova formazione e il suo simbolo."Le
ragioni che mi hanno spinto a fare questo passo – ha
dichiarato il consigliere – sono molteplici. Da un lato
l’incapacità da parte dei Verdi di interrogarsi sulle
scelte politiche da intraprendere a fronte dei
cambiamenti sociali e ambientali degli ultimi tempi che
impongono un modo diverso di affrontare i nodi del
lavoro, della giustizia sociale e della crisi ecologica
a livello globale, dall’altro la gestione sempre più
personalistica di un partito nel quale il dibattito e la
democrazia interna sono scomparsi" "Ecologisti Uniti a
Sinistra – Sinistra Europea, è un progetto che si
propone di costruire soggetto politico capace di
coniugare alcuni elementi fondamentali, quali ambiente,
pace e diritti, sociale e lavoro, in modo organico e
coerente, dialogando con il mondo delle associazioni e
dei movimenti al fine di rendere più forti le richieste
che partono dal territorio, fornendo loro espressione
anche all’interno delle istituzioni, nella convinzione
che tale percorso possa dare forza e slancio ideale al
progetto stesso."Nei prossimi giorni verrà formalizzato
il gruppo e avviata la procedura per il riconoscimento
della formazione all’interno del Consiglio Regionale.
Le ragioni di una scelta L’ambientalismo era nato come
proposta di interpretazione e cambiamento del mondo e
dell’economia. Oggi l’ambientalismo deve prendere atto
della necessità di una accelerazione delle dinamiche e
focalizzare gli obiettivi alla luce di quello che sta
avvenendo. Il neo liberismo e la globalizzazione sono la
controparte della visione ecologista e l’idea della
possibilità di una posizione trasversale dell’ambientalismo
non ha più ragion d’essere. L’ambientalismo deve fare
una scelta di campo e deve scegliere una strada critica
che non può che collocarsi a sinistra. Il partito dei
Verdi ha imboccato una strada "radicale" della politica.
La gestione del partito è sempre più di stampo personale
e si limita alla gestione dell’ordinario senza riuscire
a interrogarsi sulle scelte politiche da intraprendere.
Non discutere di che cosa ha significato la crisi del
Governo Prodi a livello politico é un chiaro segno della
poca capacità e volontà di partecipare agli scenari
politici nazionali. Pensare di fare un orto verde a
fianco al partito democratico è, nella migliore delle
ipotesi, un’illusione che non può funzionare. Il partito
non ha ancora saputo affrontare la discussione sul nodo
del neoliberismo e su cosa significhi un’economia a
crescita zero. Il neoliberismo preme sui sistemi
produttivi nella ricerca della crescita del PIL,
destrutturando e precarizzando il mondo del lavoro
salariato così come depreda l’ambiente di risorse prime
e lo inquina per non affrontare i costi del
disinquinamento.Un’economia che si contrapponga a questi
indirizzi deve però inevitabilmente porsi il problema
della redistribuzione del reddito, perché solo spostando
l’equilibrio dal guadagno di rendita imprenditoriale
verso il salario retribuito si potrà affrontare il
problema della ristrutturazione ecologica dell’economia.
Se il problema è lo sviluppismo la risposta non può che
essere l'economia sostenibile o a crescita zero o della
decrescita.La decrescita non sarà un obiettivo
perseguibile finché la maggioranza della popolazione
sarà costretta a convivere con salari troppo bassi e
orari di lavoro troppo lunghi. Se per realizzare
un’economia a crescita zero uno dei primi passi è l’internalizzazione
dei costi, cioè portare dentro al costo del prodotto il
vero valore del lavoro e del degrado ambientale, la
conseguenza inevitabile è la redistribuzione del
reddito. Se il problema ambientale é grave, come noi
ecologisti sosteniamo, la soluzione non può essere
semplice, sarà invece complessa e articolata e
coinvolgerà molteplici aspetti della produzione e
dell’organizzazione della società. E certamente non
potrà che coinvolgere tutti i popoli della terra.
Diversamente la nostra battaglia si trasformerà
semplicemente nella ri-localizzazione delle produzioni
in aree con tutele minori o nulle. Le risposte
ecologiche dei popoli ricchi della terra, tra i quali si
nascondono comunque ampie fasce di bisogno quando non di
vera povertà, non possono rappresentare una soluzione se
non si affronta la questione della giustizia salariale,
nel primo come nel terzo mondo. Sarà necessaria la
costruzione di alleanze inedite e transnazionali.
Costruire un’ecologia di sinistra vuol dire andare oltre
la politica dei "tetti fotovoltaici". La Germania ha
moltissimi tetti fotovoltaici più dell’Italia, non per
questo ha però costruito un’economia sostenibile e
neppure una giustizia salariale e nemmeno ha realizzato
un’economia della decrescita. Puntare solo sulla
soluzione più vicina significa fare comunque un passo
non negativo ma che si limita a quella che si può
definire ecologia "cosmetica" che non si pone il
problema complesso del rapporto tra economia ed
ecologia; cambiare solo il tipo di prodotto senza
cambiare il modo di produrlo porta solo a cambiare la
qualità e la velocità dell’inquinamento. Miliardi di
auto ad idrogeno sarebbero comunque incompatibili con il
sistema terrestre e ciò vale per qualsiasi altro
prodotto. Per dare la possibilità alle persone di
scoprire sistemi di vita diversi, la cosiddetta
decrescita felice, occorre dare la possibilità economica
di poter usufruire della propria vita in modo diverso
aumentando i salari e diminuendo i tempi del lavoro.
Altrimenti la "decrescita felice" sarà soltanto un
esercizio accademico, un momento ludico per
intellettuali illuminati. Pensare a nuovi soggetti
politici vuol dire recepire quanto di nuovo si muove
nella società e qui si deve ricordare l'esempio della
Val Susa dove tra gli altri elementi è significativo il
rapporto unico e proficuo che si è costruito tra
rappresentanze istituzionali, cittadini e
movimenti.Lotta popolare che a livello personale
continuerò a seguire come ho fatto fino ad oggi.E in una
visione globale devono entrare i principi della tutela
dei diritti degli altri animali, non come aggiunta
posticcia ad un progetto politico diverso, ma come parte
integrante di un disegno di difesa dei diritti dei più
deboli, perché questo allargamento del concetto dei
diritti è un principio di giustizia che aiuta a
consolidare il principio più ampio della tutela dei
diritti per tutti i viventi. E’ necessario comprendere
che la critica alla globalizzazione e al neoliberismo è
connaturata a questo principio dal momento che gli altri
animali, sono attori/vittime inconsapevoli della
globalizzazione, mercificati come tutte le altre merci,
oggetto di scambio a livello mondiale, sfruttati e
avviliti nella loro dignità al pari dei lavoratori e di
tutti i soggetti deboli della società.Il Progetto di
Uniti a Sinistra si propone quindi di costruire un
soggetto politico che coniughi alcuni elementi
fondamentali – ambiente, pace e diritti, sociale, lavoro
– realizzando un programma capace di tenerli insieme in
modo coerente, organico e sinergico, come parti del
tutto che si interfacciano tra di loro ricevendo pari
dignità e impegno. Un programma che pertanto vuole
recepire le sollecitazioni della società odierna nella
quale i problemi ambientali, ad esempio, sono
direttamente collegati al modello di vita inteso
globalmente da parte del sistema industriale e
finanziario. Il progetto si propone di dialogare
intensamente con il mondo delle associazioni e dei
movimenti al fine di rendere più forti le richieste del
territorio fornendo loro espressione anche all’interno
delle istituzioni, nella convinzione che tale percorso
possa dare forza e slancio ideale al progetto
stesso.Nella fase politica attuale stanno maturando
delle trasformazioni che potranno dare origine a
ricomposizioni e nuove aggregazioni; Uniti a Sinistra si
propone di essere parte attiva in questo percorso e di
diventare la "casa" di uomini e donne che si riconoscono
in un progetto di ri-aggregazione a sinistra.Per queste
ragioni insieme a un gruppo di persone abbiamo
intrapreso un percorso per portare nella politica un
progetto che vuole affrontare le questioni dell’ecologia
e della decrescita coniugandole con una forte visione
sociale all’interno del progetto politico della sinistra
europea.Il progetto è aperto a tutti coloro che nelle
istituzioni e nel territorio vogliono dare un
contributo.