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"DA SODOMA A HOLLYWOOD"
21° TORINO INTERNATIONAL GAY&LESBIAN FILM FESTIVAL
20 - 27 APRILE 2006 – Teatro Nuovo
"DA SODOMA A HOLLYWOOD"
21° TORINO INTERNATIONAL GAY&LESBIAN FILM FESTIVAL
20 - 27 APRILE 2006 – Teatro Nuovo

Il Torino International Gay&Lesbian Film Festival celebra quest’anno la sua XXI edizione: 21 anni dedicati al grande cinema che esplora e costruisce l’immaginario queer. L’edizione di quest’anno, poi, parte da un progetto importante, da noi condiviso e voluto dagli enti finanziatori, Comune di Torino, Regione Piemonte e Provincia di Torino: la messa punto di una convenzione con il Museo Nazionale del Cinema per la gestione e l’organizzazione del Festival. Tale progetto dà riconoscimento e continuità al nostro lavoro, garantendo la completa autonomia nella realizzazione del programma ma anche la valorizzazione della storia e della memoria di un cinema che il Festival ha sempre sostenuto, affidando al Museo il compito di definire le disponibilità finanziarie destinate alla realizzazione del Festival e gestire il budget di ciascuna edizione.

SERATA di APERTURA

Giovedì 20 aprile – ore 20,30 – Teatro Nuovo

Gran Soirée d’apertura per il Festival numero XXI, con Fabio Canino che presenta la serata, in cui un intermezzo musicale di Dolcenera e un intervento di Caterina Guzzanti e Paola Minaccioni in un brano dal loro spettacolo Non raccontateci le favole corredano il film di inaugurazione Rent diretto da Chris Columbus (Usa, 2005), versione cinematografica dell’omonima rock-opera in scena a Broadway per non poche stagioni negli anni novanta, con grande successo di pubblico oltre che omaggiata dal premio Pulitzer nel 1994. Scritta da Jonathan Larson sulla falsa riga della Bohème di Puccini racconta le storie di un gruppo di artisti dell’East Village a New York in lotta continua tra vita, amore, successo, povertà e aids.

Anteprima fuori concorso in collaborazione con Sony Pictures Italia (uscirà nelle sale italiane il 21 aprile)

Ospite speciale del festival: Jeanne Moreau, presente nella doppia veste di attrice (nel nuovo film di François Ozon, Le temps qui reste), e di co-produttrice e attrice del primo film gay in arrivo dalla ex Jugoslavia Go West di Ahmed Imamovic (una coproduzione tra Bosnia Erzegovina/Croazia).

SERATA di CHIUSURA

Giovedì 27 aprile – ore 20,30 – Teatro Nuovo

Chiude il festival la cerimonia di premiazione presentata da Manila Gorio e MC Biagio con interventi musicali, tra gli altri di Gi-Nergia (ex cantante dei Delta V), Gennaro Cosmo Parlato (duetta con Caparezza nel video La mia parte intollerante tratto dal recente album Habemus Capa), Valentina Gautier (cantautrice della sigla del festival), e la proiezione fuori concorso del film spagnolo:

El Calentito di Chus Gutierrez, ambientato negli anni 80 e ispirato al tentato golpe in parlamento del colonnello Antonio Tejero Molina con un cameo di Pedro Almodovar.

LE SEZIONI DEL FESTIVAL

I CONCORSI INTERNAZIONALI

Come ogni anno quattro le sezioni competitive: 12 Lungometraggi, 13 Cortometraggi, 8 Documentari e 9 Video (medio e lungometraggi). Tutti i film in concorso saranno visionati da quattro giurie internazionali che assegneranno il Premio Ottavio Mai al miglior Lungometraggio e un premio per ognuna delle altre sezioni. Per ogni sezione competitiva è inoltre previsto un premio del pubblico.

Alcune anticipazioni:

Happy Endings di Don Roos, già regista del fortunato The Opposite of Sex, che qui presenta un film in cui le più svariate storie di incontri casuali, opportunità mancate o brucianti segreti si incrociano e si intrecciano in un mosaico ironicamente costruito per chi pensava di sapere già tutto sull’amore e sugli amori (con Lisa Kudrow, interprete della fortunata serie tv Friends);

Anteprima italiana in collaborazione con Rai Cinema – 01 Distribuzione

Fremde Haut (Germania/Austria) di Angelina Maccarone narra la storia di una migrante iraniana in Germania che per ottenere l’asilo politico si finge uomo;

Sancharram (India) di Ligy J. Pullappally, suggestivo "viaggio" del desiderio lesbico nel mondo dei matrimoni arrangiati;

Go West di Ahmed Imamovic, coproduzione Bosnia Erzegovina/Croazia, cameo e sostegno produttivo di Jeanne Moreau.

Nella sezione documentari è interessante l’ ampia presenza di film sul tema transgender, tra cui

Between the Lines di Thomas Wartmann sul "terzo gender" in India tra Mumbai e il Kerala, e i due casi "sportivi": Erik(A) di Kurt Mayer, storia della sciatrice Erika Schinegger, campione mondiale la cui carriera fu interrotta nel 1967 perché al test per i giochi olimpici risultava più uomo che donna; e Ring of Fire: The Emile Griffith Story (Usa) di Dan Klores e Ron Berger, storia di un pugile che al momento della massima fama subì un trauma profondo per aver ucciso un avversario durante un match in diretta tv.

Infine da segnalare il corto La China per la regia di Antonia San Juan (in coppia con Diego Postigo), meglio nota come una delle attrici culto della corte almodovariana, qui esordiente dietro la cinepresa.

I FILM FUORI CONCORSO

Le temps qui reste di François Ozon, dove "il tempo che resta" sono i pochi mesi di vita che rimangono a un giovane fotografo di moda (Melvil Poupaud), di grande successo, cui è stato diagnosticato un cancro senza speranza alcuna di trattamento medico. Tra gli interpreti figurano Jeanne Moreau e Valeria Bruni-Tedeschi, raggianti presenze femminili nel film che lo stesso Ozon (di cui ricordiamo i recenti 5x2 – Cinq fois deux, Swimming Pool e soprattutto Otto donne e un mistero), ha definito come seconda parte di una "trilogia sul dolore", di cui Sotto la sabbia (con Charlotte Rampling) sarebbe stata la prima.

Anteprima italiana in collaborazione con Teodora Distribuzione

E un’altra storia transgender:

Breakfast on Pluto dell’inglese Neil Jordan (La moglie del soldato, Michael Collins) ci racconta la storia di vita di Patrick/Patricia "Kitten" Braden, figlio della più profonda provincia irlandese che farà una carriera da star singer nel cabaret trans nella Londra degli anni 60 e 70, ma non senza mille difficoltà e alla continua ricerca di amore senza mai abbandonare la sua identità, "diversa" per nascita e per (trans)sesso.

Anteprima italiana in collaborazione con Fandango

PANORAMICHE

Tre sezioni (fiction, doc e corti) non competitive fuori formato con la più recente e interessante produzione in pellicola e video. Tra le opere proposte segnaliamo il corto spagnolo Clandestinos di Sergio Cabrera (già autore di La strategia della lumaca) dal film collettivo Madrid 11 M, sulla strage avvenuta nella capitale spagnola appena prima delle elezioni politiche - storie diverse di gente comune: qui si narra dell’amore spezzato tra due uomini. E due lungometraggi messicani,

Adán y Eva (Todavía) di Iván Ávila Dueñas, in cui Adamo ed Eva diventati immortali cercano se stessi attraverso il mondo in un viaggio fatto di sensualità estrema che inizia da Città del Messico e Historias del desencanto di Alejandro Valle, ambientato in un tempo che non scorre e in un mondo devastato da un incantesimo chiamato Disincanto, dove si incontrano un’artista concettuale, un video artista "innocente" e un’adolescente in pieno risveglio sessuale e dotata dei poteri di una strega.

Fi jerda - Al campetto di Alessandro Golinelli e Rocco Bernini (Italia, 2005), un film-contenitore di storie che nascono e si sviluppano all’interno di un giardinetto milanese attrezzato con un campo di calcio, un area per cani e una di giochi per bambini: luogo d’incontro dove si intrecciano le vite di giovani, anziani, colf ucraine e ragazzi arabi…

E infine Rainbow's End dei due tedeschi Jochen Hick, Christian Jentzsch, in cui ci si pone l’interrogativo: con l’avvento del matrimonio tra coppie dello stesso sesso, gli omosessuali hanno raggiunto condizioni di uguaglianza in diverse zone d’Europa e ogni cosa sembrerebbe essere risolta, perché quindi continuare a lottare? Seguirà un dibattito con l’autore Jochen Hick, Giovanni Dall’Orto ("Pride"), Riccardo Gottardi (ILGA Europe).

RETROSPETTIVA: KEN RUSSELL – 50 ANNI DI CINEMA

Il Festival arriva alla sua XXI edizione con una retrospettiva dedicata ad uno dei più affermati registi britannici: Ken Russell. Iniziata nel 1956, dopo aver fatto il fotografo e il danzatore, la sua carriera ha oggi 50 anni e dimostra la stessa energia eclettica degli inizi. Il pubblico potrà apprezzare numerosi film e programmi televisivi (soprattutto alcuni dei più brillanti da lui realizzati negli anni 60 con grande attenzione al dettaglio e al contempo dispersivo nelle visioni più opulenti), tra cui gli imperdibili cult Donne in amore, I diavoli, L’altra faccia dell’amore, Tommy e Messia selvaggio.

OMAGGI

Un significativo omaggio sarà dedicato al regista francese Alain Guiraudie (presente in giuria dei lungometraggi al festival) - nuovo talento cinematografico - presentando tutti i film da lui realizzati a partire dai primi anni 90. Il suo universo particolare e accattivante è tutto da "scoprire", dalla poesia stralunata emersa nei corti e mediometraggi (da Les héros sont immortels a Ce vieux rêve qui bouge, definito da Godard il miglior film di Cannes 2001), all’universo onirico del primo lungo Pas de repos pour les braves - ispirato a un suo romanzo mai pubblicato e candidato alla Caméra d’or a Cannes 2003 - fino al paesaggio filosofico, medievale post-atomico, del più recente Voici venu le temps (2005).

La regista statunitense Barbara Hammer sarà al centro del secondo omaggio: artefice di un cinema sperimentale e indipendente, attiva a New York, forgia da oltre trent’anni l’immaginario "altro" con corti e documentari, focalizzando sensualità, sessualità, potere e potenzialità femminili, non trascurando invenzioni formali e sperimentazione nel montaggio. Tra i titoli presenti, la trilogia della "storia lesbica femminista" che comprende il più noto Nitrate Kisses, Tender Fictions e History Lessons, tutti e tre collage affascinanti di materiali d’archivio e girato originale, e Resisting Paradise, inchiesta sulla resistenza femminile nel sud della Francia durante la seconda guerra mondiale.

Un terzo tributo sarà dedicato al regista di Hong Kong Yonfan (presente in giuria lunghi al festival, è già noto al pubblico torinese per aver presentato in concorso l’anno scorso Color Blossom), quest’anno si presenta la sua trilogia che comprende Bugis Street, Bishonen e Peony Pavilion. Il suo punto di vista, visionario e psichedelico, ci guida attraverso le folli passioni di non poche contraddizioni dell’Estremo oriente con storie e personaggi moderni e del passato.

DUE FILM DI PAUL VECCHIALI

Paul Vecchiali, che compirà 76 anni il giorno dopo la fine del festival, il 28 aprile, presenta in anteprima mondiale i suoi due film più recenti: + si @ff sul chatting e gli incontri nella comunità gay virtuale, e Bareback per parlare del fenomeno sempre più diffuso in alcune comunità gay negli Usa di sfidare l’aids facendo sesso senza alcuna protezione per "regalare" il virus al partner, mentre nei paesi europei spesso si fa uso di questo termine semplicemente per dire che si fa sesso non protetto. Di lui si era visto a Torino dieci anni fa, l’episodio Les larmes du sida (Lacrime dell’aids) del film a episodi sul malefico virus che fa sì che L’amour est à réinventer (L’amore è da reinventare), come diceva il titolo della serie.

Entrambi i film sono anteprime mondiali.

RICORDANDO LUCHINO VISCONTI

Nel centenario della nascita e a trent’anni dalla morte (nel 1976) del grande regista italiano, lo ricordiamo con il documentario Luchino Visconti realizzato da Carlo Lizzani nel 1999, un film di un’ora che ripercorre la sua opera, fatto in coproduzione tra Italia/Francia/Germania.

MOVIE&MUSIC DIVAS: CHER - 60 GLAMOROUS YEAR

Quest’anno si inaugura una nuova sezione che riprende il concetto di icona queer per omaggiare un’attrice con una carriera parallela da cantante o, viceversa, una cantante cimentatasi anche nel mondo del cinema. Quale inizio migliore di Cher, diva dai mille talenti che ha saputo inventare e reinventarsi continuamente una carriera che dura con successo da 4 decenni, senza eguali? I titoli presentati sono il più noto Stregata dalla luna di Norman Jewison del 1987 e il quasi sconosciuto Chastity che nel 1969 aveva segnato il suo debutto sul grande schermo: diretto da Alessio de Paola, era prodotto e scritto da Sonny Bono. Inoltre ci sarà un’antologia delle sue apparizioni musicali.

EUROPA MON AMOUR: transIstanbul

Europa Mon Amour allarga i suoi confini fino a includere la Turchia. Oriente e Occidente transitano e si influenzano divise da un lembo di mare. Le categorie occidentali risultano inadeguate e riduttive a descrivere la realtà turca. Eppure anche a Istanbul locali, associazioni e stili di vita si avvicinano sempre più a ciò che è riconoscibile in Europa. Con la proiezione di corti, documentari, lungometraggi e video d’artista si cercherà di rendere la complessità inclassificabile e viva di quel paese. Tra i film segnaliamo i titoli di Sükran Moral (presente in giuria video al festival) più vicini alla videoarte, e Dokuz (9) di ümit ünal del 2001 con Serra Yilmaz, l’attrice nota in Italia per i film di Ozpetek, presente a Torino l’anno scorso in giuria.

VOICE OVER

Sezione sperimentale con opere dello svizzero Marc Bauer, un nuovo Body Double di Brice Dellsperger, i corti in bianco e nero della francese Aurélia Barbet e altre scoperte digitali e non.

PORNO VISIONS

Quest’anno si focalizza il porno in chiave punk e transgender: da Mister Nude Punk America del francese Donatine Viesmann a TrannyFags – A Gender F*cking Porno dell’americano Morty Diamond.

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