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A TORINO RIAPRE IL MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA
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Foto CHIARENZA,TORINO
Via Saluzzo 23/e (zona stazione Porta Nuova) 

Le
fotografie di tutto il servizio si possono visionare presso la nostra sede
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UNO SGUARDO ALLE ALPI

Dopo 26 mesi di lavori, dapprima di recupero funzionale e di restauro dell’edificio, poi di riallestimento, l’11 dicembre, Giornata internazionale della montagna, alle ore 11,30, riapre a Torino il Museo Nazionale della Montagna "Duca degli Abruzzi".

La nuova impostazione espositiva delle raccolte del Museo, con un consistente ampliamento dei messaggi e una relativa riduzione delle collezioni, riconduce curiosamente alle origini di questa struttura del Club Alpino Italiano di Torino. Su questa collina era nata infatti nel 1874 una piccola edicola lignea, un punto privilegiato per contemplare le montagne. La nuova storia ricomincia appunto da quella piccola costruzione all’origine del Museo Nazionale della Montagna, ed è ben presente nell’impostazione del rinnovato museo.

Di fatto, guardando dalle finestre di questo luogo straordinario è possibile osservare Torino in una consistente parte delle Alpi, un’ininterrotta catena di monti con uno sviluppo di circa 400 chilometri. Di un certo numero di vette scelte in quella sequenza sterminata si è cercato di offrire un ideale riscontro al di qua delle vetrate, nell’area occupata dalle collezioni. Con preziosi cimeli, ricostruzioni e gigantografie. Idealmente, è attraverso la loro storia che ci avviciniamo alle montagne di tutto il mondo e all’epopea di chi le ha scalate.

Ecco perché le innovazioni del museo non ci impediscono di riannodare un legame assai stretto con i padri del CAI e con i torinesi che alla fine dell’Ottocento scoprivano l’attrazione fatale delle montagne. Un ritorno al futuro, potremo definirlo, con strumenti scenografici d’avanguardia, a cominciare dalla serie di postazioni video con un testimonial straordinario, l’attore alpinista e scrittore Giuseppe Cederna, cui tocca il compito di guidare i visitatori alla scoperta delle meraviglie disseminate nelle varie sale.

UNA GRANDE TRASFORMAZIONE

È vero, guardando da fuori molti pensano che nulla sia cambiato nel grande museo del CAI-Torino. Ma all’interno le modifiche sono state coraggiose considerato il valore storico dell’edificio. Sui tetti un’altra straordinaria novità, 4 piramidi per portare luce a tutti i piani e una grande terrazza che si affianca alla torretta della Vedetta Alpina. Da questa piattaforma lo sguardo spazia, per sognare, verso le montagne e la sottostante città.

Il progetto di trasformazione è stato condiviso tra Aldo Audisio, Luigi Bistagnino, Enrico Camanni e Pasquale Bruno Malara. Il recupero edilizio è stato diretto dall’Arch. Rosalba Stura e dall’Arch. Emanuela Lavezzo, ed eseguito in modo diretto dalla Città di Torino. Gli allestimenti sono stati progettati dall’Arch. Luigi Bistagnino, con la cura scientifica e i testi del dott. Enrico Camanni

e il coordinamento del direttore del Museo Arch. Aldo Audisio, con il

determinante sostegno, l’esperienza e la professionalità di tutto il Gruppo di lavoro operante al Museo. Per tutte queste realizzazioni è stato determinante il sostegno di Regione Piemonte, Provincia di Torino, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e IMONT.

La riapertura dell’11 dicembre coincide con la presentazione di due mostre dedicate rispettivamente alla nascita del turismo sulle Alpi (a cura di Annibale Salsa) e alla corsa all’oro nel Klondike (a cura di Aldo Audisio e Craig Richards). Entrambe le rassegne, sostenute dalla Regione Piemonte, sono state realizzate attingendo alle cospicue raccolte del Museo torinese.

VIAGGIO ALLE ALPI. ALLE ORIGINI DEL TURISMO ALPINO

Negli anni tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo seguente le Alpi conoscono un nuovo tipo di viaggio. Non più quello di scoperta di eruditi e di scienziati ma quello, dapprima d’élite, dei turisti. Il fenomeno di costume cambia radicalmente l’approccio alla montagna, le ferrovie e le corriere postali sostituiscono le carrozze; le sommità si raggiungono con funicolari, cremagliere, funivie e, in un secondo tempo, seggiovie e sciovie. Dapprima nascono i grandi e confortevoli alberghi, per ammirare panorami mozzafiato e villeggiare durante l’estate; poi la montagna viene apprezzata anche d’inverno e nascono gli sport della neve. La mostra presenta réclame, manifesti, cimeli e testimonianze di questo "riscoperto" e nuovo Viaggio alle Alpi; il visitatore, immergendosi in questo viaggio, potrà rivivere emozioni e suggestioni attraverso l’affascinante percorso espositivo.

VIAGGIO ALL’ORO. L’IMMAGINARIO DEL KLONDIKE

L’esposizione è dedicata al Klondike dei cercatori d’oro, negli anni di fine Ottocento. Attraverso l’immagine fotografica, che documentò tutte le tappe del grande evento, viene rivissuta l’incredibile avventura verso le terre del Grande Nord del Canada e dell’Alaska. Nelle foto storiche compaiono tutti gli elementi che hanno creato il mito della corsa all’oro: le interminabili file di cercatori impegnati nella salita del Chilkoot Pass, la discesa delle rapide dei fiumi, gli scavi minerari, la nascita delle città pioniere e la vita quotidiana in difficili condizioni ambientali. La mostra vive anche sul confronto tra le vecchie fotografie e quelle attuali del fotografo canadese Craig Richards. La rassegna è un ideale omaggio del Museo al Canada che ospiterà le Olimpiadi di Vancouver 2010.

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